lunedì 30 settembre 2013

APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UN PERCORSO UNITARIO CONTRO IL RAZZISMO EPER I DIRITTI DEI E DELLE MIGRANTI


(Versione rivista e ampliata dopo l’assemblea del 21/09/2013 a Firenze)

Negli ultimi anni l’aggravarsi di una crisi economica di cui non si intravede la fine ha fatto crescere le contraddizioni e il disagio sociale. Le discriminazioni e la mancanza di diritti sono sempre più evidenti e contestualmente sono aumentate le manifestazioni di razzismo, sia a livello istituzionale che nella società. Le frontiere sono diventate muri invalicabili e persino il diritto di asilo è stato sottoposto a forti restrizioni, mentre l’assenza di canali legali di ingresso ha moltiplicato i casi di “clandestinità”.
Per questo, il 6 luglio ed il 21 settembre associazioni, esponenti di partiti, organizzazioni sindacali e singole persone si sono riuniti per discutere ed elaborare una proposta di piattaforma in grado di tenere conto e di valorizzare le numerose esperienze di lotta e di vertenzialità maturate in questi anni nei territori. L’obiettivo – ambizioso ma necessario – è di coinvolgere tutte le soggettività democratiche e tutti i cittadini e le cittadine nella costruzione di un percorso comune di mobilitazione per promuovere una iniziativa nazionale e altre a livello regionale, – contro il razzismo e per i diritti dei e delle migranti – che possa stimolare, favorire e sostenere lo sviluppo della coscienza civile e di difesa dei diritti per tutti/e sul territorio.
La proposta che facciamo è una proposta aperta, non intende e non può essere esaustiva ma vuole essere uno stimolo per favorire percorsi di convergenza, perché crediamo sia necessario unire le forze per dare una prospettiva alla difesa dei diritti dei e delle migranti e contrastare ogni forma di razzismo e discriminazione.
Una prospettiva, che tuteli gli e le migranti che la crisi rischia di respingere verso aree di invisibilità, o “clandestinità” vera e propria, quelli che risiedono da tempo in Italia, ma anche quelli che vi arrivano senza avere la possibilità di ottenere tempestivamente uno status di soggiorno legale.
Una percorso che affermi i diritti dei e delle migranti in un quadro dei difesa dei diritti per tutta la società, da costruire insieme a partire dalle seguenti parole chiave, qui sviluppate solo parzialmente e in forma sintetica come base di discussione:
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Razzismo
Denunciamo e combattiamo il razzismo istituzionale e diffuso e ogni forma di discriminazione verso tutte le minoranze. L’esasperazione indotta dalla crisi sta pericolosamente riproponendo e fomentando sentimenti xenofobi e razzisti.
Denunciamo le gabbie etniche che bloccano la mobilità verticale intergenerazionale, sociale ed economica a danno dei giovani e delle giovani di origine straniera. In particolare occorre favorire qualsiasi iniziativa volta a rimuovere le cause della discriminazione diretta ed indiretta, anche attraverso iniziative di carattere legale o mobilitazioni capaci di coinvolgere insieme cittadini italiani e cittadini immigrati.
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Diritti di cittadinanza
Chiediamo l’immediato riconoscimento della cittadinanza italiana per i bambini e le bambine nati/e o cresciuti/e in Italia e, una modifica complessiva della legge che faciliti l’ottenimento della cittadinanza, semplificando l’iter burocratico e superando le restrizioni esistenti. Chiediamo il diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni amministrative per i e le migranti residenti in Italia. Chiediamo il diritto alla casa e l’abolizione delle restrizioni nei requisiti per l’abitabilità, che va riconosciuta a pieno titolo in tutte le strutture. Chiediamo il pieno diritto alla salute come diritto soggettivo e di eguale fruibilità.
Chiediamo la parità di trattamento per garantire il diritto allo studio e all’istruzione dei bambini e le bambine di origine straniera.
Chiediamo il riconoscimento del valore economico e sociale del lavoro delle donne immigrate e l’adozione di misure di tutela dei loro diritti e della loro dignità. In particolare chiediamo anche l’attivazione di tutte le misure di protezione previste a favore delle vittime dello sfruttamento lavorativo e dello sfruttamento sessuale.
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Lavoro
Rivendichiamo il diritto al lavoro previsto dalla costituzione e parità di diritti nei posti di lavoro, superando le discriminazioni, valorizzando le competenze e il know-how dei migranti, a partire dal riconoscimento dei titoli di studio. Chiediamo il superamento della logica dei flussi di ingresso e l’istituzione di meccanismi che permettano la regolarizzazione permanente di chi vive e lavora in questo paese. Chiediamo l’abolizione del contratto di soggiorno che altro non è che uno strumento di ricatto e di maggiore precarietà per i/le migranti. Va combattuto lo sfruttamento tramite il lavoro nero e le tante forme di precarietà legali e semi-legali diffuse in particolare nel lavoro agricolo, nel settore della logistica, nell’edilizia, nel turismo e nel lavoro domestico, dando risposte concrete alle tante lotte che si sono susseguite negli ultimi anni, a partire da quelle in seguito alle sanatorie, che hanno generato solo truffe, ingiustizie e soprusi. Chiediamo l’applicazione delle normative in materia di contrasto delle discriminazioni nel mondo lavoro.
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Asilo
Serve una legge che garantisca un vero sistema di accoglienza con strutture, risorse e strumenti adeguati e che rimuova gli ostacoli e i limiti nella procedura per l’ottenimento dell’asilo. Per questo non basta l’introduzione di una legge che prenda spunto dalla legislazione avanzata esistente in altri paesi europei in materia di protezione internazionale, ma occorre incidere sulle prassi applicate che in molti casi negano ai richiedenti asilo ed ai rifugiati il riconoscimento effettivo dei diritti affermati in loro favore, troppe volte soltanto sulla carta. Occorre abbreviare i tempi interminabili di esame delle domande di protezione da parte delle commissioni territoriali, che vanno raddoppiate. Occorre anche battersi per un diverso impegno del governo italiano per il superamento dei vincoli imposti dal Regolamento Dublino II e per l’introduzione di un vero sistema unificato di asilo europeo.
Chiediamo l’abrogazione degli accordi di riammissione siglati fra l’Italia e i paesi che oggi si trovano in situazione di gravissimo conflitto interno, come l’Egitto, o nei quali non sono garantite le libertà democratiche previste dalle costituzioni democratiche, come nel caso della Tunisia e dello Sri Lanka. Siamo contro la politica dei respingimenti collettivi, delle identificazioni facili previste dagli accordi bilaterali, che negano i più elementari diritti di difesa, e per la tutela di tutti i diritti fondamentali da riconoscere a tutti gli immigrati, a prescindere dalla loro condizione giuridica.
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Famiglia e Minori stranieri non accompagnati
Occorre rimuovere gli ostacoli di fatto e di diritto per il pieno riconoscimento del diritto al ricongiungimento familiare, soggetto nel tempo a restrizioni sempre più gravi. Vanno rimosse tutte le limitazioni per la conversione del permesso di soggiorno al compimento dei diciotto anni.
Occorre istituire un sistema specializzato per la prima accoglienza dei Minori stranieri non accompagnati, in modo da accelerare le misure di protezione come la nomina dei tutori ed il trasferimento di questi soggetti particolarmente vulnerabili in strutture protette dove possano essere assistite da personale specializzato. In ogni caso le richieste di asilo da parte dei MSNA dovrà essere quanto più celere possibile e dovrà evitarsi qualunque forma di trattenimento amministrativo.
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Libertà di circolazione e Politica di ingresso
Chiediamo l’abrogazione della attuale legge sull’immigrazione, aggravata dai cosiddetti “pacchetti sicurezza” entrati in vigore nel 2009 e nel 2011, e di tutte le norme che limitano indebitamente i diritti fondamentali dei e delle migranti, così come sono sanciti nella Carta Europea dei Diritti fondamentali, nella Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo e nella Convenzione ONU del 1990 a protezione dei lavorati migranti e delle loro famiglie. Chiediamo l’introduzione di norme che consentano diverse modalità di ingresso legale in Italia, superando la logica dei flussi, che ha dimostrato nella pratica essere a tutti gli effetti fallimentare.
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Luoghi di detenzione e reclusione
I CIE, nei quali le condizioni di detenzione sono ulteriormente degradate, vanno chiusi. Denunciamo anche la situazione nei tanti altri luoghi, come i centri informali di prima accoglienza ex legge Puglia, in cui i e le migranti vengono trattenuti senza convalida giurisdizionale, senza avvocati e spesso anche in assenza di un provvedimento amministrativo. Pensiamo anche agli aeroporti, ai centri di prima accoglienza e soccorso (CPSA) in prossimità delle frontiere, luoghi spesso sovraffollati e di sospensione del diritto e della dignità.
Occorre anche battersi per i diritti fondamentali degli immigrati reclusi in carcere, a partire dal diritto al lavoro e dal pieno riconoscimento della funzione riabilitativa della pena, ed in generale per tutti coloro che, dopo una condanna penale, dovrebbero avere gli stessi diritti di accesso alle misure alternative alla pena, riconosciuti agli italiani.
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Memoria e identità
Affinché le identità non si cristallizzino in forme escludenti ma si arricchiscano delle identità plurali, multiformi e meticce che oggi popolano l’Italia. Affinché la memoria delle ingiustizie originate dal razzismo, da politiche discriminatorie e dalla negazione dell’identità di interi popoli non venga cancellata, ma sia la base per uno sguardo non indulgente sul passato e per la costruzione di un futuro basato sul rispetto reciproco, la parità di diritti e la giustizia sociale.
Proponiamo di promuovere da subito una iniziativa diffusa e costante che consenta di organizzare periodicamente delle assemblee o iniziative a livello cittadino e regionale, in vista di una iniziativa più ampia, fortemente aggregante, a livello nazionale.
In queste sedi locali si potranno sviluppare ed articolare meglio i temi proposti in vista di un nuovo appuntamento nazionale in data da definire, con l’obiettivo di convocare anche una manifestazione nazionale.
Le importanti iniziative già convocate, come la manifestazione del 28 settembre a Brescia per i permessi di soggiorno, la manifestazione nazionale del 12 ottobre per una reale applicazione della Costituzione e la manifestazione nazionale per il diritto all’abitare del 19 ottobre, vanno valorizzate come appuntamenti su cui convergere nell’ambito di un percorso complessivo di mobilitazione e di lotta da costruire insieme tra autoctoni ed immigrati per una nuova dimensione di cittadinanza condivisa.